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La selezione del carattere (ovvero: non basta accoppiare due cani “buoni”)

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La selezione del carattere (ovvero: non basta accoppiare due cani “buoni”)

Articolo di Valeria Rossi > www.tipresentoilcane.com

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di VALERIA ROSSI – Sì, d’accordo: prima di tutto bisognerebbe pensarci, in assoluto, a selezionare anche l’equilibro caratteriale: cosa che a qualcuno (per esempio a chi alleva cani piccoli) non passa neanche per anticamera del cervello, visto che tutti mirano soprattutto al cane bello e vincente (in expo).
Anche la sparuta minoranza di coloro che ancora badano al carattere, però, a volte incorre in una visione piuttosto superficiale della cosa: ovvero, accoppio due cani tranquilli ed equilibrati e il gioco è fatto.
Sì… magari!
Così come non basta, per esempio, accoppiare due cani esenti da displasia per ottenere cuccioli sani (se così fosse, questa e tutte le altre malattie genetiche sarebbero sparite da un pezzo), così non è sufficiente badare al carattere di papà e mamma: bisogna esaminare svariati ascendenti e pure i collaterali (fratelli, cugini…) per ottenere risultati sicuri (o quasi, perché la genetica non è sempre così lineare come la vorremmo).
Soprattutto bisogna cercare di capire “chi vada d’accordo con chi”: perché esistono intere linee di sangue incompatibili tra loro, che daranno sempre problemi qualora se ne accoppiano due rappresentanti.
Per intenderci: accoppiando il maschio A di linea X (buono, equilibrato e tranquillo), con la femmina B di linea Y (buona, equilibrata e tranquilla), diversi cuccioli potrebbero manifestare da adulti, problemi caratteriali che possono andare dalla timidezza all’aggressività: perché le linee di sangue  X e Y “non vanno d’accordo”. Entrambi i cani, accoppiati con un soggetto di linea di sangue Z, metterebbero invece al mondo cuccioli perfettamente equilibrati.
Ovviamente l’ho fatta un po’ semplicistica, ma spero che il concetto si sia capito.
Altrettanto ovviamente, i migliori allevatori di ogni razza queste cose le sanno benissimo e quindi evitano gli accoppiamenti a rischio: ma l’improvvisatore, anche quello in totale buona fede che magari ha una cagna con tutte le caratteristiche giuste per la riproduzione, e sceglie per lei (magari spendendo anche un pacco di soldi) un maschio a sua volta dotatissimo in tutti i settori (bellezza, salute e carattere)… può non sapere e quindi sbagliare la scelta.
Non parliamo poi di coloro che accoppiano i cani scegliendo i partner ai giardinetti…

accop_carat4Tutto questo, ovviamente, è molto più grave qualora si stia parlando di cani di grande taglia e magari dall’aggressività accentuata (che, lo ripeto per l’ennesima volta, è una DOTE caratteriale e non un difetto, specie se il cane deve avere caratteristiche di guardiano o difensore: ma che dev’essere ovviamente in perfetto equilibrio con le altre doti e sempre accompagnata da docilità e sociabilità molto elevate, in modo da poter avere un cane aggressivo, sì, ma solo quando serve, e perfettamente sotto controllo in ogni circostanza).
Tutto questo diventa ancora più grave quando si spargono in giro voci assolutamente fasulle come quella secondo cui “è solo l’educazione che conta”, “se il cane non è equilibrato è sempre e solo colpa del proprietario” e così via.
E’ falso, ma molto falso.
Se vogliamo dire che “è colpa dell’uomo”, posso essere d’accordo: perché anche la scelta del partner è responsabilità dell’uomo, e se la toppa è colpa sua.
Però NON è sempre “colpa del proprietario”, mentre è vero il contrario: ovvero, un proprietario capace ed esperto può ridurre di molto i danni ed avere sotto controllo anche un cane che proprio “tutto giusto” non è.
Però riuscire a controllare questi cani non è certo cosa che si possa chiedere alle Sciuremarie, e a questo dovrebbero badare moltissimo sia gli allevatori (ammesso e non concesso che sappiano di aver messo al mondo cuccioli non perfettamente equilibrati), sia operatori e volontari dei canili, che nove volte su dieci non si rendono bene conto del tipo di cane che hanno per le mani… almeno finché non morde qualcuno: ma anche in questo caso sono spesso portati a cercare adozioni che garantiscano “tanto ammmmmore” (che secondo loro risolve tutti i problemi)  anziché competenza (che li risolverebbe davvero, ma che è molto più difficile da trovare).

accop_carat3Resta il fatto che per ottenere cani equilibrati e sicuri (di qualsiasi razza  taglia)  ci vuole abilità, conoscenza, studio della razza (e questo è uno dei problemi che si riscontrano con i meticci, perché non si conosce nulla dei loro parenti e quindi è impossibile selezionare: anche per questo bisognerebbe pensarci sempre duecentomilaottocentoventitre volte prima di farli accoppiare…): tutte cose che, ahinoi, non sono esattamente diffusissime.
In alcuni casi (cani piccoli, cani tendenzialmente “buoni” e così via) si può anche intuire perché l’allevatore preferisca dedicare tutto il suo impegno ad altro (di solito alla bellezza: ogni tanto, se dio vuole, anche alla salute): perché si dà per scontato che la razza sia comunque caratterialmente “sana”.
Purtroppo, però, a volte basta un singolo errore per rovesciare una situazione conclamata da anni: tutti ricorderanno, penso, il caso del cocker fulvo. In questa razza l’utilizzo in riproduzione di un cane bellissimo e stravincente, ma non a posto di carattere, causò una vera overdose di cani mordaci, tanto che da cane diffusissimo e di gran moda il cocker diventò un cane ben poco amato e quasi a rischio  di scomparsa. Il danno fu enorme… e tutto questo a causa di UN singolo soggetto!
Perché purtroppo in cinofilia si continua a dare troppa, troppisssima importanza alla bellezza: perché i soldi girano lì, il business è tutto lì, l’attenzione è puntata solo lì.
Andatevi a guardare un’esposizione canina di un certo rilievo e poi andate a vedere una prova di lavoro di importanza equivalente… e poi ditemi quanti cani e quantispettatori ci sono all’una e all’altra.
Il caso del cocker (che è sempre stato l’icona del buon carattere, della tenerezza, degli occhi dolci…) dovrebbe essere emblematico: qualsiasi razza può rovinarsi completamente dal punto di vista caratteriale se viene usato reiteratamente un riproduttore che porta questo tipo di problemi. Qualsiasi.
Ovviamente il cocker è riuscito a sopravvivere a questo periodo nero (che risale più o meno agli anni ’70) proprio perché fino al giorno prima era stato universalmente conosciuto come cane dolcissimo: ma anche perché, se mordeva, mandava magari qualcuno al Pronto soccorso, ma non certo all’altro mondo.
Pensate un po’ cosa sarebbe potuto accadere se lo stesso errore allevatoriale fosse stato commesso nel dobermann o nel rottweiler, o magari nel San Bernardo (dove in realtà, molti anni or sono, qualcosa è successo: ma il problema è stato identificato immediatamente e subito eliminato: e qui fu una gran fortuna che si trattasse di una razza di nicchia, poco diffusa).

 

Concludendo: mettiamoci bene in testa che il carattere è importante (forse il fattore più importante in assoluto, al pari con la salute: perché vivere con un cane squilibrato è tutto meno che gradevole) e che va selezionato esattamente come ogni altra caratteristica.
Ricordiamo che “buono x buono” non è sufficiente. E tantomeno è sufficiente dire “ho accoppiato due campioni, figuriamoci!”, come se bellezza e carattere fossero legati a doppio filo.
Lo sono, sì, quando l’allevamento ha curato con la stessa accutarezza entrambi gli aspetti. Pare addirittura (ma gli studi sono ancora in corso e non c’è nulla di certo) che esista un legame tra il carattere ed alcuni aspetti fisici.
Però bisogna continuare a lavorare, a studiare, a informarsi, oltre a sottoporre almeno i cani che ce l’hanno alle rispettive prove di lavoro (che dovrebbero essere più legate alle doti naturali e meno all’addestramento… ma questo è un altro discorso). E quando dico “i cani” intendo “tutti” i cani: maschi e femmine. Perché i cuccioli non sono figli solo del loro padre (che di solito ha valanghe di titoli, di coppe, di certificati), ma ricevono metà del loro patrimonio genetico dalla madre.
META’: non “qualche gene vagante qua e là”, ma il cinquanta per cento. E se le madri vengono considerate solo come “incubatrici”, se si trascura l’importanza del loro corredo genetico anche dal punto di vista caratteriale… allora i guai possono essere sempre in agguato.
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